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giovedì 29 settembre 2016

Le case più richieste dal mercato

Il mercato immobiliare sembra in ripresa, almeno per quanto riguarda il numero di compravendite, ma quali sono le tipologie più richieste?

Se le difficili condizioni del mercato avevano allontanato dagli italiani il sogno di una casa, sembra che adesso ci sia una sorta di "ritorno di fiamma". Come dimostrano le compravendite del II trimestre, si sta registrando un deciso ritorno all'acquisto, anche se non ai livelli pre-crisi e con una domanda più matura ed esigente rispetto al passato. A cambiare è stata anche la tipologia di immobili richiesti, oggi, per via dei prezzi più bassi, orientata anche a tagli più grandi rispetto al passato.

Le tipologie immobiliari più richieste

Secondo un'analisi del franchising Tecnocasa, negli ultimi anni il mercato immobiliare ha visto i prezzi scendere progressivamente e questo ha comportato anche un cambiamento a livello di tipologie immobiliari richieste. Infatti sono diminuite nel tempo le percentuali di richieste sui tagli più piccoli, quali monolocali e bilocali. Al contrario, si segnala un aumento per le tipologie più ampie, dal trilocale in poi, ora più accessibili sia alle giovani coppie e sia agli investitori.

Nelle grandi città italiane la tipologia più richiesta è il trilocale, che raccoglie il 40,6% delle preferenze, a seguire il quattro locali con il 23,9%,  il bilocale con il 22,9%. Si registra, rispetto a sei mesi fa, un aumento della concentrazione delle richieste sui trilocali. A Napoli sono i bilocali a concentrare la maggioranza delle richieste mentre a Milano per la prima volta la percentuale di domanda dei trilocali supera, di poco, quella dei bilocali.


L'offerta immobiliare

Spostando l'attenzione sull’analisi dell'offerta, quest'ultima sembra invece assottigliarsi, soprattutto sulle tipologie di qualità, che rispondono alle esigenze dei potenziali acquirenti (immobili in buono stato, luminosi, in contesti condominiali decorosi). Restano a lungo invendute sul mercato le abitazioni che non rispondono a queste caratteristiche nonostante l’attività di repricing.

L’analisi dell'offerta evidenzia che nelle grandi città italiane la tipologia più presente è il trilocale, con la percentuale del 34,0%, a seguire il quattro locali con il 24,1% ed infine il bilocale con il 22,5%.

- Idealista 29 settembre 2016


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giovedì 22 settembre 2016

Compravendite immobiliari cresciute del 21,8% tornano ai livelli del 2010

La crescita zero della nostra economia non si fa sentire nel settore immobiliare. Secondo i nuovi dati diffusi oggi dall'Agenzia del territorio, nonostante i segnali di rallentamento registrati negli ultimi mesi gli italiani hanno intensificato l'acquisto e la vendita di case. Nel secondo trimestre dell'anno le compravendite hanno registrato un +21,8% rispetto allo stesso periodo del 2015, migliorando il già consistente +17,3% del I trimestre.

Il mercato delle abitazioni ha segnato un incremento del 22,9 per cento, il produttivo del 28,7%, il terziario del 14,7% e il commerciale del 12,9%. Molto positivo l'andamento del mercato residenziale nelle grandi città, soprattutto a Bologna (+33,5%), Milano (+29,7%) e Napoli (+25,3%).

L'incremento del settore residenziale, ha notato l'Agenzia delle Entrate, osservato anche nel I trimestre 2016 (+20,6%), sta riportando il mercato ai livelli di compravendita antecedenti la crisi del 2012. La ripresa nel comparto abitativo è più accentuata a nord (+24,9%), che rappresenta oltre la metà del mercato complessivo, seguita dal sud (+20,8%) e dal centro (+20,7%).
Anche le pertinenze ha mostrato una crescita a doppia cifra, segnando un +23,2%. Lo sviluppo del mercato della casa è ancora più marcato nelle otto maggiori città italiane. Spicca in particolare il dato di Bologna, che dopo il balzo di 12 punti percentuali nel primo trimestre cresce di altri 14 punti, attestandosi ad un +33,5%. Seguono Milano, che sfiora una variazione del 30 per cento (+29,7%), Napoli (+25,3%), Torino (+24,3%) e Firenze (+23,3%). Crescita a doppia cifra, sebbene ridimensionata rispetto alle altre città, anche per Roma (+12,4%) e Palermo (+12%).

L'immobiliare non residenziale ha mostrato un aumento complessivo del 16,4% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Il tasso di crescita più elevato, nonostante sia riferito a un numero contenuto di scambi, è quello del settore produttivo, con un rialzo del 28,7%. Aumenta inoltre il volume delle transazioni per il settore terziario, che segna un +14,7%, ed il comparto commerciale che guadagna un 12,9%.

- Huffington Post, 15 settembre 2016


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martedì 13 settembre 2016

5 proposte per far ripartire il mercato immobiliare

Dopo le vacanze estive, entra nel vivo il dibattito sulla legge di Bilancio 2017 e sul nuove misure per far ripartire il mercato immobiliare. Confedilizia ha stilato un programma in cinque punti che racchiude le maggiori urgenze, sul piano fiscale, per dare nuova linfa all'economia e al mattone.

1. Detassazione immobili commerciali locati – Il commercio e l’artigianato diffusi sono garantiti dalla proprietà immobiliare diffusa. Da alcuni anni, la redditività degli immobili non abitativi è inesistente e ogni giorno aumentano i locali vuoti. Sono urgenti misure di detassazione, pena l’aggravarsi della crisi del commercio e il crescere del degrado. Dovrebbero essere prese in considerazione riduzioni sia della tassazione patrimoniale, fissando uno specifico limite di legge alle aliquote IMU e TASI (ad esempio, del 4 per mille), sia di quella erariale, con l’introduzione di una cedolare secca.

2. Aumento deduzione redditi da locazione – Fino a qualche anno fa la deduzione forfettaria IRPEF delle spese sostenute per l’attività di locazione era del 25%. Poi è stata ridotta al 15%. Infine, la “legge Fornero” l’ha portata al 5%. La conseguenza è che i proprietari-locatori si vedono di fatto tassate anche le spese. È necessario, al minimo, ripristinare la misura del 15%.

3. Misure per gli affitti a canone calmierato – Nel 2017 scadrà il periodo di applicazione, in alcune zone, dell’aliquota del 10% della cedolare per i contratti di locazione agevolati (3+2) e per studenti universitari. È essenziale stabilizzare questa misura ed estenderla a tutta Italia. Va inoltre posto un limite alla tassazione patrimoniale di IMU e TASI (con un’aliquota, ad esempio, del 4 per mille).

4. Soppressione Irpef immobili non locati – È necessario interrompere l’applicazione – iniziata nel 2014 – dell’IRPEF e delle relative addizionali alle abitazioni non locate situate nello stesso comune in cui si trova l’abitazione principale. Imposte che si aggiungono ad IMU, TASI e TARI e che colpiscono gli immobili che i proprietari non riescono né a dare in affitto né a vendere.

5. Eliminazione tassazione canoni non riscossi – Sulla tassazione dei canoni di locazione non percepiti, occorre uniformare la disciplina riguardante gli affitti non abitativi a quella degli affitti abitativi. Solo per questi ultimi, infatti, è stata parzialmente derogata, sia pure attraverso un meccanismo complesso e costoso, la regola (anacronistica) che impone l’imposizione sui redditi fondiari indipendentemente dalla loro percezione

- Idealista, 12 settembre 2016


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